Se si digitano su un qualsiasi motore di ricerca le parole anatocismo, usura, CMS si trovano decine di siti web di società o professionisti che promettono il recupero d’ingenti somme, sulla base di analisi talvolta vendute a caro prezzo.
L’attuale situazione di conflitto tra imprese e istituti di credito, dovuta alla crisi economica e alla conseguente stretta creditizia, ha favorito la “moda” di fare causa alla banca a prescindere dalla consistenza delle motivazioni.
In questa situazione è bene fare chiarezza, per non rischiare delusioni, perdite di tempo e altro denaro, oltre a quello già lasciato agli istituti di credito.
L’ anatocismo è la disparità di trattamento tra la capitalizzazione trimestrale degli interessi debitori e annuale degli interessi creditori. Le banche, addebitando gli interessi debitori con cadenza trimestrale, aumentavano di fatto la base imponibile sulla quale calcolare gli interessi del trimestre successivo, determinando il fenomeno degli interessi su interessi. Su tale materia la giurisprudenza è consolidata in merito alla restituzione degli interessi indebitamente percepiti, sulla base della delibera del CICR del 9.2.2000, che segue diverse sentenze della Corte di Cassazione del 1999. Se si possiede la documentazione bancaria fino a tale data, e il conto corrente affidato risulta ancora aperto, o chiuso da non oltre 10 anni, è possibile effettuare una pre-analisi (gratuita) per quantificare le somme recuperabili, con buone possibilità di successo.
La CMS (Commissione Massimo Scoperto) era un onere addebitato dalle banche sugli utilizzi di affidamenti di conto corrente o smobilizzo crediti: colpiva la punta massima di utilizzo con una percentuale minima dello 0.125% trimestrale. La giurisprudenza ha ritenuto nulla tale pratica, in quanto costituiva un addebito di interessi non pattuito. Con il “decreto anticrisi”, art. 2 bis della legge 2/2009, la CMS è stata sostituita da una commissione onnicomprensiva, applicata sul fido accordato, anche se non utilizzato, e non può superare il 2% annuo.
Per il possibile recupero, occorre analizzare, oltre agli estratti conto, anche i contratti di affidamento per verificare l’effettiva modalità di applicazione.
Nel caso dell’usura (il superamento del tasso soglia stabilito dalla legge 108/1996) le cose si complicano. Occorre distinguere tra l’usura oggettiva (l’effettivo superamento del tasso soglia per effetto dell’addebito di oneri e spese) e soggettiva che ricorre quando esiste una sproporzione tra gli interessi corrisposti e il capitale prestato e rispetto al tasso medio praticato per operazioni dello stesso tipo.
In entrambi casi i conteggi sono complessi e non sempre dimostrabili.
Se, effettuata un’analisi preliminare, si ritiene di procedere nei confronti degli istituti di credito, è bene considerare la complessità della trattativa. Per questo motivo è bene affidare tutto l’iter della pratica a professionisti di provata esperienza, in grado di fornire al cliente un’adeguata consulenza in una fase molto delicata.
Lo studio Q Consulenze Finanziarie, presente a Reggio Emilia da oltre 10 anni, ha già seguito operazioni di questo tipo. L’iter proposto prevede un’analisi preliminare completamente gratuita, al fine di individuare gli importi potenzialmente recuperabili. Nel caso in cui si intenda procedere, i costi del servizio vengono esplicitati con un preventivo nella massima trasparenza.