Un fee-only financial planner associato NAFOP erogherà i servizi professionali alla sua clientela operando con totale integrità professionale. L’integrità richiede onestà e sincerità, e non deve essere subordinata al guadagno/vantaggio personale.
Inoltre, si impegna a non ricevere danaro, mezzi di pagamento o valori mobiliari, intestati a lui, a intermediari autorizzati o a terzi e a non effettuare operazioni per conto del cliente né ricevere mandati o deleghe ad effettuare acquisti, negoziazioni o altre operazioni similari.
Gli step della consulenza
Il cliente che si rivolge ad uno studio di consulenza finanziaria indipendente esige un rapporto di assoluta trasparenza e di condivisione degli obiettivi. In molti casi il cliente chiede che proprio questi vengano ridefiniti nell’ambito di un contesto finanziario descritto nel modo più chiaro e preciso possibile.
E’ qui che comincia a differenziarsi il servizio di consulenza fornito da uno studio di pianificatori finanziari indipendente dallo stesso fornito all’interno di una banca: assenza di conflitto di interessi, da cui conseguono prudenza, onestà intellettuale e imparzialità nel fornire tutte le informazioni su rischi costi e oneri, ed effettiva diligenza e capacità nel raggiungere i traguardi preposti.
Conoscenza
Presentazione dei ruoli e competenze dello studio. Raccolta dati e informazioni del cliente
Analisi del portafoglio
Analisi del portafoglio attuale (criticità, costi, inefficienze ecc.).
Approfondimento degli obiettivi del cliente.
Progettazione
Presentazione di più progetti personalizzati.
Scelta del progetto definitivo
Operatività
Indicazioni operative specifiche e assistenza al cliente nei rapporti con gli intermediari.
Monitoraggio del nuovo portafolio titoli e consulenza continuativa nel tempo.
Albo professionale
Una tutela per l’investitore, una garanzia per il consulente finanziario
Dal mese di dicembre 2018 è operativo l’Albo dei consulenti finanziari autonomi (CFA) e delle società di consulenza finanziaria (SCF) che regolamenta la nostra professione. L’organismo ha un proprio assetto statutario e organizzativo, pubblica bandi con le sessioni di esame per l’iscrizione professionale e raccoglie in area riservata l’elenco degli iscritti tra cui sono presenti tutti i consulenti finanziari indipendenti del nostro studio.
Art. 18-bis, decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo Unico della Finanza)
Come stabilito dall’art. 18-bis del TUF, le persone fisiche in possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità, indipendenza e patrimoniali previsti dal Decreto Ministeriale del 24 dicembre 2008, n. 206 nonché di una struttura organizzativa idonea ad assicurare il rispetto degli obblighi previsti dalla normativa di settore sono legittimati a prestare il servizio finanziario della consulenza in materia di investimenti senza detenere fondi o titoli appartenenti ai clienti.
Il consulente finanziario autonomo può svolgere l’attività di consulenza in materia di investimenti in proprio e/o come collaboratore di una o più società di consulenza finanziaria.
I consulenti finanziari autonomi svolgono l’attività di consulenza in materia di investimenti senza entrare direttamente in contatto con i loro risparmi e lasciando agli stessi il compito di dare istruzioni ai soggetti abilitati per l’esecuzione delle operazioni raccomandate.
Al fine di soddisfare gli obiettivi di investimento dei propri clienti, le società di consulenza finanziaria e i consulenti finanziari autonomi valutano una congrua gamma di strumenti finanziari disponibili sul mercato e sufficientemente diversificati per tipologia ed emittenti o fornitori di prodotti.
Il consulente finanziario autonomo e la società di consulenza finanziaria sono comunemente detti fee-only, in quanto remunerati a parcella solo dal proprio cliente. Non possono pertanto percepire alcuna forma di beneficio da soggetti diversi dal cliente.
Le società di consulenza finanziaria e i consulenti finanziari autonomi non possono ricevere procure speciali o generali per il compimento di operazioni o deleghe a disporre delle somme o dei valori di pertinenza dei clienti.
Domande frequenti
Il costo della consulenza risulta essere inferiore al costo che oggi il risparmiatore sostiene per il ‘servizio di massa’ offerto dalle banche e/o dai promotori finanziari. Di fatto la spesa viene ‘assorbita’ dai risultati ottenuti, dall’efficacia delle scelte consigliate, anche solo dal risparmio sulle inefficienze dell’investimento.
Come ogni libero professionista (avvocato, commercialista, medico, etc …) riceve un compenso direttamente dai suoi clienti attraverso il pagamento di una parcella per prestazioni professionali. Questo configura lo Studio Q Consulenze Finanziarie come una realtà “fee-only”, cioè solo a parcella.
Nel contratto di consulenza i professionisti si impegnano a non percepire alcun compenso diretto o indiretto da parte di alcun altro soggetto (banche, assicurazioni, SGR, SIM ecc.). Non lavorano, ad esempio, per banche, assicurazioni o società finanziarie, non vendono prodotti per loro e non ricevono di conseguenza commissioni o percentuali sul collocamento dei prodotti. Questa scelta garantisce che il consulente sia libero da pressioni o interessi esterni che non siano la sola ed unica soddisfazione delle esigenze e degli obiettivi del cliente.
Mai, per nessuna ragione. La legge vieta – correttamente – a chi presta attività di consulenza finanziaria pura di avere accesso, anche temporaneamente, al patrimonio della propria clientela. Il patrimonio finanziario del cliente è sempre depositato sulla sua banca di fiducia attraverso cui continua ad operare in base al piano di investimento condiviso con il consulente professionista. Il professionista può consigliare al cliente, nel suo interesse, eventuali altri rapporti bancari più vantaggiosi in termini di costi e commissioni. Sarà il cliente a scegliere di quali istituti bancari servirsi.
Non esiste una soglia minima, anche se l’entità del patrimonio è una variabile importante per determinare la tipologia di rapporto che si instaura con il cliente in termini di continuità. Comunque ogni situazione viene gestita singolarmente.
In realtà la “consulenza” che viene offerta da banche, promotori e assicuratori è sempre finalizzata alla vendita di prodotti sui quali essi hanno un guadagno diretto o indiretto in termini provvigionali.
Non può quindi essere definita gratuita in quanto i prodotti proposti sono caratterizzati da costi non sempre esplicitati in maniera chiara, percui risulta molto più onerosa di quanto si pensi.
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