Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia, i risparmiatori italiani tengono “sotto il materasso” o sul conto corrente la bellezza di 1.329 miliardi di euro.
Si calcola che questa propensione abbia causato una perdita, in termini di potere d’acquisto, di oltre 10 miliardi di euro.
Per investire questa liquidità è importante conoscere i possibili rischi presenti sui mercati finanziari. Non solo i mercati azionari presentano incognite circa la prosecuzione della crescita (la borsa USA è sui massimi di sempre) ma anche quelli obbligazionari, normalmente percepiti come meno rischiosi. Le politiche monetarie poste in essere dalle banche centrali mondiali, hanno creato forti distorsioni. Per esempio le obbligazioni ad alto rischio (dette anche “obbligazioni spazzatura”) in questo momento hanno lo stesso rendimento dei titoli di stato USA, più sicuri. Non esiste quindi alcun motivo per investire su tali mercati, eppure poche settimane fa è andato “a ruba” un bond emesso da una società danese, con durata mille anni (!) e cedola 2.25%. evidentemente la “fame di rendimenti” non ha più limiti e non si tengono in alcuna considerazione i rischi che ne derivano. Un altro elemento di attenzione è la situazione delle banche italiane. Dopo gli aumenti di capitale effettuati nel 2016 e gli interventi statali, il sistema sembra avere tirato un sospiro di sollievo. In realtà la quantità di crediti in sofferenza e di titoli “tossici” in portafoglio rimane molto elevata, per cui è necessaria la massima attenzione.
Cosa fare dunque? La prima regola è di pianificare attentamente le proprie risorse, evitando di investire secondo le campagne di vendita degli intermediari, seguendo l’onda di rendimenti passati, che potrebbero non ripetersi nel 2018.
Anzi, proprio per questo è importante analizzare i propri investimenti per valutarne i rischi e l’efficienza, e monetizzare eventuali plusvalenza maturate negli ultimi anni, ripartendo con una pianificazione adeguata alle proprie esigenze.