Ricorre il primo anniversario del crac di Banca Etruria, Cassa Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Chieti e Banca delle Marche che ha causato perdite ai risparmiatori italiani per centinaia di milioni di euro, in parte rimborsate dallo Stato, ma solo in determinati casi e a certe condizioni di reddito.
Negli Stati Uniti la data del 15 settembre, che ricorda il fallimento della banca Lehman Brothers, è oggi un macabro anniversario, stile Halloween, festeggiato dalle banche scampate per miracolo.
In Italia non siamo arrivati a questo, ma dopo un anno la situazione è peggiorata. Le banche europee sono un problema, le banche italiane sono il problema delle banche europee, e Monte Paschi Siena (ma non solo) è il problema delle banche italiane. Negli ultimi dodici mesi l’indice settoriale europeo delle banche ha perso circa il 22%, quello italiano il 50% circa e Monte Paschi l’83% circa.
Nei prossimi giorni i titolari di obbligazioni subordinate di Monte Paschi riceveranno una letterina di questo tipo: “Caro cliente, ti ricordi quelle obbligazioni che ti avevamo venduto, dicendoti che erano sicure? Bene adesso ti concediamo l’imperdibile occasione di trasformarle in azioni della nostra banca. Sai, abbiamo qualche problema e forse non avremo i soldi per rimborsartele nel 2018. Naturalmente non sei obbligato a farlo, ma se non aderisci rischi di perdere tutto”. Sarebbe come chiedere: “ Preferisci morire lentamente o con un colpo secco?”
Il problema riguarda oltre 4 miliardi di euro di obbligazioni, di cui la metà sono detenute da piccoli risparmiatori, forse ignari dei rischi che stanno correndo.
La storia ahimè si ripete, non solo a distanza di mesi, ma di secoli. Nel 1300 Firenze era il centro finanziario del mondo, dominato dai banchieri Bardi e Peruzzi che erano già oltre il concetto di “funzione sociale” di banca. Avevano infatti capito come per arricchirsi occorresse finanziare il potente di turno (I Re dell’epoca) e ricevere in cambio privilegi personali. Se poi il potente di turno non restituiva quanto ricevuto (spesso accadeva), non era un problema, tanto i soldi erano dei risparmiatori … e i manager dell’epoca erano già spariti con il malloppo! I controlli della autorità? All’epoca non esistevano, oggi neppure…
Se ci pensiamo, tutto questo è di grande attualità.
Il libro “Così banche e finanza ci rovinano la vita” del 2014 è ricco di altri episodi storici che dimostrano come in tutte le epoche l’eccesso di speculazione e di avidità abbia portato all’arricchimento di pochi a danno dei piccoli risparmiatori. Esiste una sola arma per difendersi, non è il fucile o la spranga: è l’informazione. In quest’ottica è in uscita il nuovo libro “Capitale Garantito”, una guida pratica per difendere i nostri risparmi senza arricchire banche e assicurazioni.
I risparmiatori dovrebbero seguire appositi corsi per evitare le trappole del sistema finanziario. Costa tempo e fatica, ma non ci sono alternative: o si aumenta la propria cultura finanziaria e potere contrattuale o si rimane prigionieri dell’inevitabile conflitto di interessi di banche e assicurazioni, continuando a perdere soldi.