La crisi in Grecia, euro o dracma ? I 4 scenari possibili post referendum
Cosa accadrà dopo lunedì? Per la Commissione europea quello di domenica è un voto sulla Ue e sull’euro. Cosa vuol dire rinunciare alla moneta unica?
Per la Grecia si delineano 4 possibili scenari, come riportato dall’articolo di Francesca Basso su Corriere.it, che potrebbero avere riflessi anche sul resto d’Europa:
1- Il ritorno alla dracma
È lo scenario più estremo: la Grecia decide di abbandonare l’euro e di tornare alla dracma. La Banca centrale greca non farà più parte della Bce e deciderà autonomamente la propria politica monetaria. «Tutto sarà convertito nella nuova valuta, compresi i depositi che perderanno potere d’acquisto a causa della svalutazione» spiega Carlo Altomonte, professore di Politica economica europea all’Università Bocconi. «Sarà una sorta di grande patrimoniale – prosegue – per tutti i cittadini greci.
2- Una doppia valuta
La Grecia decide di uscire dall’euro che però rimane in circolazione e di introdurre una moneta virtuale per i pagamenti interni rappresentata dai cosiddetti «pagherò» (in inglese IOU che sta per I owe you , sono in debito con te).
«Per la legge di Gresham, che dice che la moneta cattiva scaccia quella buona – spiega Altomonte – l’euro sparirà dalla circolazione, diventando una riserva di valore, e si avrà una svalutazione verso l’esterno, l’inflazione galopperà, le materie prime aumenteranno. Un po’ come successe in Italia con la crisi del petrolio negli Anni 70. C’erano i “mini-assegni” da cento e mille lire che venivano usati come moneta e l’inflazione era al 20%».
3- Accordo di cambio fisso
Un’altra opzione è l’accordo di cambio fisso: Atene decide di ancorare la dracma all’euro. «È un’operazione che presuppone la stabilità finanziaria, perché la Banca centrale greca non potrà stampare moneta quando vuole altrimenti il cambio fisso non sarà credibile – osserva Altomonte -. Ma se avesse la stabilità finanziaria a questo punto le converrebbe restare nell’euro. Il rischio è che i greci vendano le dracme per comprarsi gli euro e aspettino la svalutazione per ricomprarsi le dracme. In questo modo però il cambio fisso salta. È un po’ quello che successe in Italia nel ‘92, quando la lira aveva un accordo di cambio fisso con il marco e ci fu la grande speculazione, quella famosa di Soros».
4- L’opzione Montenegro
La Grecia potrebbe anche decidere di mantenere l’euro ma di uscire dall’eurozona. La Banca centrale greca non farebbe più parte della Bce e gli istituti ellenici non avrebbero accesso ai prestiti di Francoforte: «Ogni settimana la Bce finanzia il sistema dell’eurozona ritirando titoli dalle banche in cambio di euro – spiega Altomonte -. Uscendo dall’eurozona la Grecia dovrebbe comprare gli euro sul mercato in cambio di titoli a un tasso che non è quello Bce. Così avviene in Montenegro, ma quello è un Paese piccolo con esigenze di liquidità inferiori a quelle greche. Atene non risolverebbe i suoi problemi».