Ha ancora senso comprare un titolo che copre dal rischio inflazione (come il Btp Italia, in emissione in questi giorni) quando il pericolo più concreto è la deflazione?
E’ vero che l’Italia rischia di rimanere ad inflazione zero o addirittura in deflazione ma è anche vero che il Btp Italia prevede una piccola “polizza” (cioè la cedola minima dell’1,15%) per proteggere il risparmiatore da questo rischio. Inoltre la durata è di 6 anni: il calcolo sulla convenienza deve essere fatto in questo arco temporale medio lungo.
Per capire bene la convenienza occorre paragonare il Btp Italia con un classico Btp (con similare durata, ad esempio Settembre 2020). Mentre quest’ultimo ad oggi offre un rendimento all’incirca pari all’ 1,50% (nominale lordo), il Btp Italia paga invece una cedola minima dell’1,15% (come detto), che si rivaluterà insieme al capitale in base all’inflazione.
La decisione di investimento deve pertanto valutare: se l’inflazione media dei prossimi 6 anni sarà superiore all’incirca allo 0,40% allora si rivelerà “vincente” il Btp Italia, in caso contrario sarebbe oggi più conveniente acquistare un tradizionale titolo di stato.