2,1 miliardi di euro. Non è l’ammontare della prossima finanziaria, ma il totale degli oneri di gestione prelevati nel 2013 dal patrimonio dei fondi comuni di diritto italiano. Un’analisi di Plus 24, il settimanale de Il Sole 24 Ore ha evidenziato come nel 2013 tale cifra rappresenti la percentuale record dell’ 1,54% del patrimonio netto complessivo di tali strumenti. Di questa somma, 1,6 miliardi di euro rappresentano le commissioni di gestione, che i sottoscrittori pagano indipendentemente dall’andamento del fondo. Il resto è suddiviso tra provvigioni di incentivo e altri oneri.
Le commissioni di gestione vengono retrocesse mediamente al 67.5% (circa 1,1 miliardi) alle banche collocatrici e alle reti di promotori. L’articolo di Gianfranco Ursino di Plus 24 del 15 marzo 2014 porta ad alcune riflessioni:
1- Il dubbio che la rete distributiva operi più nell’interesse proprio piuttosto che in quello del cliente, spingendo il prodotti dai quali ottiene la maggiore remunerazione è legittimo.
2 – Diretta conseguenza è che il risparmiatore spesso non è in grado di valutare il corretto rapporto prezzo-qualità di uno strumento, in quanto non ha molto margine di scelta, trovandosi in balìa del consulente bancario alle prese con la propria campagna di budget.
3 – Spesso la scelta è fatta in base al rendimento passato, senza tenere conto dei rischi e dei costi. Dalle classifiche pubblicate nell’articolo sopra menzionato emerge che non sempre chi si fa pagare di più offre rendimenti superiori a quelli dei concorrenti.
A proposito di costi è bene specificare le diverse tipologie che possono gravare sui fondi comuni di investimento, evidenziate nei prospetti informativi, che non sempre vengono letti prima della sottoscrizione. Da qualche tempo esiste il KIID (Key Investor Information Document). E’ un documento di poche pagine che contiene le informazioni chiave (rischio e dettaglio costi compresi) relative al fondo che si intende sottoscrivere, che vale la pena consultare prima di effettuare la scelta.
Esistono due tipologie di costi che gravano sui fondi comuni. Da un lato le spese sostenute direttamente dal sottoscrittore (ingresso, switch e rimborso) dall’altro quelle a carico del fondo, prelevate dal patrimonio complessivo. Queste ultime sono espresse dal T.E.R (Total Expense Ratio) un indicatore di costo percentuale che rappresenta il rapporto tra il totale degli oneri a carico del fondo e il patrimonio medio dello stesso.